Legno di Sardegna

MANUFATTI TIPICI
La semplicità di una società agro-pastorale come quella sarda si rifletteva un tempo anche nell'arredamento della casa, limitato a pochi ma essenziali mobili: il letto, la culla, le sedie e gli sgabelli, il tavolo e la piattaia, dove trovavano posto le varie stoviglie di uso quotidiano. Erano tutti arredi molto modesti, come conveniva alla povertà nell'ambiente tradizionale. L'unica eccezione era la cassapanca, finemente intagliata, che da sempre ha occupato un posto essenziale nella casa, racchiudendo il corredo della sposa e tutta la ricchezza della famiglia.
Alla produzione degli arredi si affiancava quella di oggetti di utilizzo comune come cucchiai, taglieri, stampi per il pane, giocattoli, vasi, ciotole, pipe in radica sarda e tutta una vasta gamma di oggettistica in legno, spesso di fattura elegante e raffinata, che oggi si ritrova nelle case moderne per lo più qualità i soprammobile.
I centri della Barbagia (Aritzo, Desulo, Tonara, Nuoro, Ottana, Isili, Orani) sono quelli che maggiormente continuano a ripetere quasi intatti i motivi tradizionali e simbolici; tuttavia, arredi e legni intagliati si producono per antica tradizione locale anche a Santulussurgiu, Buddusò, Sassari, Cagliari e Quartu Sant'Elena e qualche artigiano che prosegue antiche abilità di mestiere si può trovare in quasi tutti i paesi della Sardegna.
Altre tipiche espressioni artistiche sono le pesanti maschere tradizionali carnevalesche portate dai Mamuthones di Mamoiada e dai Merdules di Ottana, legate a un rito antichissimo praticato per scacciare gli spiriti maligni.

MATERIE E TECNICHE
I tipi di legno principalmente usati sono il castagno, abbondante nei boschi della Barbagia, il noce e il ginepro. La tecnica quella dell'intaglio.

ELEMENTI DECORATIVI
Le decorazioni sono in genere semplici e lineari, con motivi astratti di tipo geometrico oppure ispirati alla natura (floreali e faunistici).

COLORI
Il legno era di solito lasciato al naturale ma talvolta le parti decorate venivano dipinte con colori ottenuti da sostanze vegetali.

LA CASSAPANCA
La cassapanca, sempre apribile dall'alto e sollevata dal suolo mediante supporti, serviva per riporvi un po' di tutto: biancheria, indumenti, coperte, oggetti preziosi, e racchiudeva tutta la ricchezza della famiglia.
Ne esistono di due tipi: quella di Aritzo, o barbaricina, e quella allungata e piuttosto bassa di Santulussurgiu, con forti modanature di base e appoggi a foggia di zampe di leone, con evidente influenza di stili continentali.
Soltanto il pannello centrale decorato con motivi geometrici e floreali, integrati da simboli come il sole, la clessidra e uccelli stilizzati, mentre le altre facce sono lisce. Originariamente il legno era lasciato al naturale o dipinto in rosso con il sangue dell'agnello o in turchino o verdolino con essenze vegetali. In tempi più recenti si è presa l'abitudine di ridipingerla in nero, per portare via il fumo che l'anneriva e restituirle un aspetto decente.
Tra le cassapanche tradizionali ve ne sono alcune molto ricche e sofisticate, sia per quanto riguarda la stilizzazione dei motivi (specie quelli geometrici e floreali che si ritrovano a livelli di apprezzata eccellenza) sia nell'intaglio e sia nella colorazione.

LE SEDIE
Nel Campidano le sedie, basse ed in legno chiaro, erano decorate con fiori di melograno (rosso e verde) e con il fondo impagliato, come quelle ancora oggi prodotte ad Assemini, eleganti e funzionali.
Nei centri di montagna, sedie e seggioloni avevano gli stessi motivi decorativi della cassapanca ed erano in uso anche bassi sgabelli realizzati in tronchi di ferula.
Di derivazione catalana sono invece le sedie con lo schienale intagliato e scolpito laccato in oro associato al rosso, al verde o al blu.