Giuseppe Garibaldi
1805-1882


Eroe risorgimentale, generale e uomo politico, nato a Nizza nel 1805.

Garibaldi si stabilì definitivamente a Caprera nel 1857, dopo essere divenuto proprietario di metà dell'isola, grazie al lascito del fratello Felice, morto nel 1855 (nel 1865 alcuni suoi estimatori inglesi gli regalarono il resto dell'isola). Il ritiro a Caprera avvenne alla fine di un periodo durissimo, segnato dalla morte dell'adorata moglie Anita.

L'eroe vi costruì la "casa bianca" e si diede alla coltivazione dei terreni, ma non abbandonò gli ideali unitari, lasciando più volte la piccola terra remota (il "caro scoglio") per partecipare a spedizioni e determinare avvenimenti ormai consacrati nelle pagine più alte della storia nazionale: la costituzione del corpo di volontari "Cacciatori delle Alpi", la seconda guerra d'indipendenza, la spedizione dei Mille, la vittoria di Calatafimi con la conquista di Palermo e la liberazione di tutta la Sicilia dal regime borbonico, l'incontro di Teano e la nascita del Regno d'Italia.

Partecipò successivamente ad altre imprese belliche, l'ultima fu la guerra franco-prussiana. Nel 1880, ottenuto l'annullamento del secondo matrimonio con la marchesina Giuseppina Raimondi, avvenuto vent'anni prima, sposò l'astigiana Francesca Armosino, dalla quale aveva avuto tre figli.

Morì il 2 giugno 1882 nella sua abitazione e fu sepolto vicino, presso le tombe delle piccole figlie Rosa e Anita. Furono celebrati funerali solenni che ebbero rilievo internazionale. La marcia funebre fu composta dal Canepa.

Cittadino di Sardegna dal 1856, Garibaldi fu eletto parlamentare per il collegio di Ozieri per la X legislatura (1867-1870). Non ricoprì interamente il mandato, ma si battè per la valorizzazione della Sardegna, sostenendo nel 1868 il programma dell'inchiesta parlamentare sulle condizioni dell'isola avviata dalla commissione Depretis.

A prescindere dall'impegno parlamentare, Garibaldi si interessò costantemente dei problemi della Sardegna, progettando un vasto piano di colonizzazione agricola che non ebbe però esiti per il disinteresse del governo. Con altrettanta passione manifestò, in vari momenti, il suo dissenso riguardo ad un'eventuale cessione dell'isola alla Francia o al Papa.