Piero Schiavazzi
1875-1949


Tenore, tra i maggiori interpreti del melodramma verista. Nacque a Cagliari nel 1875 e fu costretto sin da ragazzino a lavorare: strillone, venditore ambulante, decoratore d'interni. Fu proprio mentre decorava un soffitto che attirò con la bellezza della sua voce l'attenzione del maestro G.B. Dessy, direttore della scuola municipale serale, che lo invitò a studiare canto.

Nel 1895 fece la sua prima apparizione in pubblico, esibendosi ad un concerto organizzato dalla Società musicale di Cagliari. L'anno successivo, ottenuta una borsa di studio dal Comune di Cagliari, si iscrisse al Liceo Musicale di Pesaro, diretto da Pietro Mascagni.

Di carattere indocile e poco incline allo studio, Schiavazzi non terminò mai gli studi, ma, prima di lasciare la scuola, si esibì al saggio dell'anno scolastico 1898-1899 interpretando con successo la parte di Silvano nell'opera omonima, diretta dallo stesso Mascagni. Questa esibizione si può considerare l'esordio dell'artista nei ruoli principali (già nell'autunno del 1898, infatti, il giovane tenore si era esibito come comprimario nella parte di un cenciaiolo nell' Iris di Mascagni, rappresentata a Roma in prima mondiale).

A questi successi ne seguirono altri che portarono l'artista a cantare in numerosi teatri italiani (San Giovanni in Persiceto, Cagliari, Ferrara, Roma, Napoli, Siena, Catanzaro, Bari, Catania) e stranieri (Stati Uniti, Canada, Sud America, Russia, Ungheria, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Egitto, Tunisia).

La frenetica attività lo indusse a non risparmiare la splendida voce che, intorno al 1911, cominciò a incrinarsi e a perdere quel timbro che l'aveva contraddistinta. Schiavazzi continuò a cantare ma, già a partire dagli anni Venti, lasciati i grandi teatri, si dovette accontentare di piccole piazze e magri compensi. Cercò di svolgere vari lavori nell'ambito dello spettacolo: prima come impresario teatrale, poi aprendo una scuola di canto; tentò anche la carriera cinematografia ma tutte queste esperienze si rivelarono fallimentari.

La sua ultima esibizione lirica risale all'estate del 1931 a Cagliari, dove interpretò la figura di Canio nei Pagliacci. Ridottosi in miseria, nel 1935 il Comune di Cagliari gli assegnò un sussidio che ricevette sino al 1949, anno della morte che avvenne a Roma. La salma fu sepolta a Cagliari a spese del Comune.