Pietro Cavaro
? - 1538


Il più illustre esponente della bottega pittorica cagliaritana di Stampace. Figlio di Lorenzo Cavaro, ebbe uno straordinario talento ed un'eclettica cultura.

Si formò a Barcellona, del cui gremio dei pittori risulta far parte nel 1508. Qualche tempo dopo fu a Napoli, centro di grande vitalità culturale, dove entrò in contatto con importanti artisti e dove sposò una gentildonna catalana, divenendo padre del piccolo Michele. Dopo il soggiorno napoletano, Pietro, divenuto vedovo, fece ritorno a Cagliari, dove lavorò nella bottega di Stampace. Nel 1515 si risposò.

L'artista fu autore di pregevoli dipinti, il più importante dei quali è il Retablo della Crocifissione, della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Villamar, che il pittore firmò nel 1518. In quest'opera il gusto di fondo catalano si unisce a forti richiami rinascimentali italiani, mentre, per la prima volta nella storia dell'arte sarda, viene introdotto lo schema del crocifisso gotico doloroso. Risalgono probabilmente al 1520-1525 le seguenti opere: il Retablo della Vergine dei Sette Dolori, di impronta ispano-fiamminga, realizzato per il convento cagliaritano dei Minori Osservanti di Santa Maria di Gesù, del quale restano alcune parti, tra cui la Pietà di Tangeri conservata nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari; il Retablo di Sant'Agostino, per la chiesa degli Eremitani di Sant'Agostino di Cagliari, di cui il solo scomparto centrale è conservato nella stessa pinacoteca.

Nel 1528 i sindaci del quartiere di Villanova di Cagliari commissionarono a Pietro un retablo per la chiesa di San Giacomo di Cagliari, opera che non ci è pervenuta; un altro retablo fu realizzato dall'artista per la chiesa dei Domenicani di Cagliari, del quale si conservano due porte che raffigurano i Santi Pietro e Paolo (Pinacoteca Nazionale di Cagliari). Del Retablo del Santo Cristo, pagatogli nel 1533 dai Conventuali di San Francesco di Oristano, restano alcune parti nell'Antiquarium Arborense di Oristano; lo stile rivela influenze raffaellesche e modi fiamminghi. Intorno al 1530 Pietro ospitò nella sua bottega un pittore di formazione romana e napoletana. Questo dipinse per il duomo di Cagliari, con la collaborazione dello stesso Pietro, il celebre Retablo della Crocifissione, carico di riferimenti raffaelleschi e protomanieristici italiani. Si riferiscono all'ultimo periodo di vita del pittore: il Retablo di San Pietro per la cattedrale di Suelli, alla realizzazione del quale collaborò anche Michele, figlio dell'artista; il Retablo dei Consiglieri, realizzato per il palazzo di città del Castello di Cagliari, di gusto catalano, ma influenzato dall'arte romana e raffaellesca; il Retablo di San Ludovico di Tolosa, realizzato per il chiostro di San Francesco di Stampace, incompiuto, considerato una delle sue migliori opere.

Pietro Cavaro morì nel 1538.