San Lucifero
? - 370 d.C.
Santo e vescovo di Cagliari, vissuto nel IV secolo d.C., che ebbe il merito di far entrare, in un certo qual modo, la Sardegna nella grande storia della chiesa antica.
Lo incontriamo per la prima volta nel 354, al fianco di un altro ecclesiastico sardo di nascita, Eusebio, vescovo di Vercelli. I due furono inviati dal pontefice romano, Liberio, presso l'imperatore Costanzo per protestare contro la sua politica, favorevole all'eresia di Ario, secondo cui solo il Padre può essere considerato veramente Dio, non generato e, di conseguenza, non creato. Tale dottrina era in contrasto con la formula di fede sostenuta dai vescovi d'occidente al Concilio di Nicea del 325.
In questo ardente clima di polemiche dottrinarie, l'anno successivo, nel 355, Costanzo, convocato un importante concilio a Milano, riuscì a far sanzionare la condanna ed il conseguente esilio di Atanasio, vescovo di Alessandria ferreo sostenitore della dottrina teologica sostenuta nel Concilio di Nicea. Presenti anche in quest'occasione, i due vescovi sardi Lucifero e Eusebio diedero prova di fede e temerarietà non ordinarie: infatti, se la maggior parte dei vescovi d'occidente convenuti al concilio decisero di piegarsi alle imposizioni imperiali, essi, con Dionigi vescovo di Milano, non sottoscrissero la condanna di Atanasio.
Furono per questo processati per crimine capitale e subirono atroci persecuzioni. Ebbero tuttavia salva la vita e furono condannati al bando in Oriente. Lucifero fu mandato in esilio in Siria e in Palestina. Nonostante le umiliazioni, Lucifero mantenne nei confronti dell'imperatore un atteggiamento ostile di sfida. Gli scrisse ripetutamente, ora insultandolo, ora supplicandolo di tornare nell'ortodossia, ma Costanzo, indispettito per l'aggressività del vescovo cagliaritano, lo punì facendolo trasferire nella Tebaide, zona desertica dell'alto Egitto.
Nel 361, morto l'imperatore Costanzo, il successore Giuliano l'Apostata richiamò gli esuli della contesa dogmatica. In quest'occasione Lucifero assunse un atteggiamento intransigente nei confronti dei vescovi che si erano un tempo schierati contro Atanasio. Secondo Lucifero poteva essere giusto perdonarli, ma era ingiusto reintegrarli nella dignità episcopale, cosa che, invece, decideva il sinodo di Alessandria riunitosi nel 362. Attorno a Lucifero si strinsero altri vescovi che, come lui, avevano patito persecuzioni e umiliazioni nella lotta per la difesa dell'ortodossia, e ne derivò uno scisma per questo detto luciferiano.
Gli ultimi avvenimenti della vita di Lucifero sono poco noti; si parla di un suo trasferimento dopo il concilio di Alessandria e di un suo viaggio a Neapolis; sappiamo, inoltre, che in una data imprecisata, forse nel 362, egli ritornò a Carales. Vi morì nel 370.