Vincenzo Brusco Onnis
1822-1886
Intellettuale, uno dei massimi esponenti del repubblicanesimo risorgimentale isolano, giornalista, avvocato e letterato. Nacque a Cagliari nel 1822 da una prestigiosa famiglia, padre giudice della Reale Udienza.
Coltivò da giovane interessi letterari (Fiori di maggio; Adelasia di Torres) e teatrali. Laureatosi in leggi, si dedicò dal 1847 al giornalismo, dirigendo il foglio liberale Nazionale. Trasferitosi a Torino, si impiegò presso il ministero della pubblica istruzione e sposò l'aristocratica ticinese Carolina Pollini, che morì nel 1850 dando alla luce Lina, figlia con la quale il Brusco Onnis instaurerà un tenerissimo rapporto.
Negli anni '50 partecipò con altri intellettuali sardi -Fenu, Pintor, Asproni, Tuveri- al dibattito sulla "questione sarda" e sull'autonomismo, e collaborò nel capoluogo piemontese con i giornali La Ragione e La Democrazia. Conquistato dal repubblicanesimo mazziniano, si trasferì a Milano. Qui entrò nella redazione di Unità Italiana, dove, auspici Mazzini, lo stesso Brusco Onnis, Quadrio e Campanella, fecero scuola di educazione e di patriottismo i maggiori intellettuali e le più profonde coscienze del tempo. Ostile al Piemonte, il Brusco Onnis fu nel 1870 arrestato con l'accusa di alto tradimento per un tentativo insurrezionale nel Veneto e incarcerato a Milano per tre mesi. Rimesso in libertà per insufficienza di prove, si trasferì a Genova dove si era nel frattempo spostata la redazione di Unità Italiana.
Nel 1873, dopo aver pronunciato un discorso commemorativo in occasione dell'anniversario della morte di Mazzini, fu arrestato con l'accusa di incitamento alla ribellione. Gli fu concessa la libertà provvisoria e venne in seguito assolto. Nel 1874 morì Lina.
Il suo interesse di giornalista si orientò nel periodo successivo verso le problematiche sociali, soprattutto dell'emancipazione del proletariato, ma in chiave antisocialista. Passò gli ultimi anni a conservare e difendere la memoria del Mazzini, cui rimase immutabilmente fedele. Morì a Milano nel 1886.
Struggente il carteggio tra il Brusco Onnis e la sfortunata figlia Lina, anche lei fervente mazziniana e collaboratrice di Unità Italiana.