Vincitori: Simona A., Oscar S., Paola S., Gabriela P., Mauro P., Patrizia C., Antonio P., Gianpaolo N., Simona S., Andrea A. | |
Parrocchiale di San Pietro Apostolo - Settimo San Pietro (CA) In un ampio sagrato con splendida vista panoramica si erge la Parrocchia di San Pietro Apostolo, bell' esempio di architettura gotico-catalana con rimaneggiamenti di epoche diverse. Secondo una pergamena dell'archivio parrocchiale fu consacrata il 1 luglio del 1442, ciò significa che è dello stesso tempo della chiesa di San Giacomo in Cagliari e, quindi, tra i più antichi edifici catalani. Ha pianta ad aula rettangolare con cappelle laterali, tra cui particolarmente interessanti la prima a sinistra, introdotta dal tipico arco gigliato con volta a crociere costolate e gemma pendula, ospitante il bel fonte battesimale, e la seconda a sinistra che ha, come il presbiterio, volta stellare. Altre due cappelle sormontate da cupola sono barocche. Nella facciata piana, merlata, con portale architravato sormontato da un arco ogivale, una finestra sostituisce il rosone ora murato. Il campanile, eretto nel 1627 da un certo Simone Montanacho, su base quadrata con grandi finestre ad archi acuti, ornato da archetti pensili trilobati, in stile ancora romanico-gotico, termina con un tamburo e cupola ottagonale, già barocchi. La chiesa di Settimo San Pietro può vantare il campanile più alto del campidano, vero orgoglio degli abitanti. Altre informazioni: http://www.comune.settimosanpietro.ca.it |
Vincitori: Grodde, Paolo C., Carlo B., Gianni D., Bruno L., Massimo M., Ophrys, Tina, Teresina P., Antonella S., Ornella G., Francesco V., Carlo S., stradafacendo, Luigi S., Miss Diamante, Angelo S., PeppeLuisiPala, Alexandra F., Gian Giovanni N., Simona S., Giacomo U., Rita A. | |
Complesso di Tamuli Betili Mammellati - Macomer (NU) L'area archeologica di Tamuli comprende un Nuraghe complesso, un esteso villaggio di capanne, 3 tombe di giganti, un allineamento di 6 betili e una fonte. Si trova a WSW di Macomer da cui dista 4,5 Km., ai piedi del monte di S. Antonio nelle ultime propaggini della catena del Marghine. Noto fin dal secolo scorso, il complesso di Tamuli colpisce per il fascino dei suoi monumenti che, nonostante il precario stato di conservazione, ancora lasciano intuire la loro originaria maestosità, conferendo un aspetto suggestivo al paesaggio. Il nuraghe di Tamuli si inserisce nel vivo di un torrione basaltico dalle pareti esterne scoscese con il quale si fonde. A breve distanza dal nuraghe si colloca l'area funeraria costituita dalle imponenti sepolture e dai betili, autentico luogo di culto simbolo della spiritualità di quegli antichi pastori guerrieri, protagonisti ed artefici della splendida età del bronzo e della civiltà nuragica durata dal 1800 all'800 a. C. Altre informazioni: http://www.comune.macomer.nu.it |
Vincitori: Giovanni S., Adele F., Stefana F., Chiara R., Antonio C., Daniele M., Daniela O., Francesco V., Luana P., Alessandro P., Ornella G., Chiara O., Maddalena E., Andrea M., Simona S., Fabiano V. | |
Testa della Strega - Isola di Spargi - La Maddalena (OT) |
Vincitori: Laerte, Grodde, Giovanni n., Ornella G., Daniela M., Paolo C., Daniela D. | |
Duomo di San Nicola - Sassari “Alzo gli occhi ed un enorme naviglio mi viene addosso: la facciata del Duomo: come mai ne vidi di un barocco così esotico. Dapprincipio si direbbe un gigantesco mobile tarlato. Ma presto si capisce con quanto peso di pietra torreggi. E d’una pietra color tortora. Formicola, anzi vermina di tutte le sue foglie e le sue teste d’angioli. Pure non le si vorrebbe toglier nulla; ha un segno che sia superfluo ormai, e dentro al martello delle sue campane stormi di uccelli che spiccano il volo dalle cornici pare lascino neri vuoti nella pietra dove prima erano pietra, tra il fogliame e le tese d’angioli, essi pure.” Con queste suggestive parole Elio Vittorini, scrittore siciliano, racconta il suo primo impatto con il principale edificio religioso di Sassari dalla storia e dall’architettura complessa che lo rende ancor più splendido. La bella chiesa, frutto di successivi ampliamenti, di aggiunte, di rifacimenti parziali, ha origini umili: nel tredicesimo secolo era una chiesetta modesta che nel 1278 divenne parrocchia del primate. Da allora il suo sviluppo e l’aumentare della sua dignità seguirono numerosi restauri, nel corso d’uno dei quali alla torre campanaria, di sezione quadrata e di forme severe, fu inflitta un’incongrua sopraelevazione. La facciata attuale, di notevole pregio ad onta della sovrabbondanza barocca, fu costruita ne 1725. La storia del tempio è legata strettamente alle prime origini della città; infatti è in questa area che è sorto il primo nucleo di Sassari, quasi certamente verso la metà del X secolo. Si sa tuttavia che nel 1112 la Chiesa, consacrata a San Nicola vescovo di Mira, era una pievania di una certa importanza, come attesta anche il Condaghe di San Pietro di Silki. A partire dal 1480, e probabilmente fino al 1505, la Chiesa fu restaurata in proporzioni più ampie che stilisticamente ricordano la tipologia gotico-aragonese trasformando anche la cupola. Tra il 1650 e il 1723 si ebbero luogo i lavori che portarono all’attuale prospetto. La facciata, nelle sue parti costitutive, al di sopra del portico rettangolare, è contraddistinta da tre nicchie, all’interno delle quali si trovano le statue dei Santi Turritani (Gianuario, Proto e Gavino). Sulle nicchie tre medaglioni con la Madonna del Bosco e i Santi Antioco e Gavino. Una cornice li separa frontone che si innalza coprendo la cupola e parte del campanile; qui una grande nicchia racchiude la statua di San Nicola. La composizione barocca della facciata del Duomo esercita un fascino straordinario: svetta sui tetti della città costituendo il motivo dominante del panorama. All’interno la Cattedrale custodisce antichi tesori, importanti testimonianze pittoriche e scultoree di artisti di diverse epoche. Sono di notevole importanza il dipinto dell’altare maggiore “La Madonna del Bosco” opera di artisti genovesi e il Coro intagliato in noce sarda da artisti locali del 1700. Inoltre il Museo del Duomo conserva dipinti di Van Loo, di artisti di scuola caravaggesca e paramenti sacri e pezzi d’argenteria del XVII secolo. Info da: http://spazioinwind.libero.it/sassari_centrostorico |
Vincitori: Baballotto, Graziano L., Piera, Gabriela P., Renato M., Renata C., Ornella G., Adele F., Laura C. | |
Menhir di Monte Curru Tundu - Villa Sant'Antonio (OR) Dal paese di Villa Sant’Antonio si segue l’indicazione turistica per il sito, si percorre in discesa una strada prima asfaltata e poi bianca fino a uno slargo dove si può lasciare l’auto, da qui si percorre un sentiero lastricato per circa 700 metri, non si può sbagliare, il menhir è alto ben 5.75 metri ben presto si farà notare ;-) Questo tipo di menhir è il più antico, è databile al neolitico finale (3300-2700 circa), periodo che in Sardegna è caratterizzato dalla cosiddetta Cultura di Ozieri. Maggiori informazioni: http://www.comune.villasantantonio.or.it/ |
Vincitori: Anna C., Laura C., Ele C., Daniela M., Simona C., Graziano L., Alexandra F. | |
Convento di Santa Lucia - San Gavino Monreale (VS) Il convento di S. Lucia è stato fondato nel 1580. La data è sicura. Non è uno scoglio il silenzio degli Annales Minorum all'anno 1580 e specialmente al 1581. Il p. Luca Waddingo (+ 1657), iniziatore di questo classico lavoro (poi continuato da altri) su esclusivi documenti dell'archivio dell'Ordine, al 1581 riporta il documento del generale p. Francesco Gonzaga datato Parma 5 novembre 1581 con cui la Provincia osservante di Sardegna veniva aggregata, dopo forte resistenza di molti capitolari cismontani, alla Famiglia ultramontana. In esso sono elencati 7 conventi osservanti sardi invece di 8: vi manca S. Lucia di S. Gavino. Ciò si può spiegare: o la notizia della recentissima fondazione non arrivò in tempo a quel capitolo generale o si perse la relazione inviata dalla Provincia g) Ma nemmeno nell'archivio della Provincia francescana sarda è reperibile copia di un simile documento. Esiste però una dichiarazione risalente al 1748, tolta dalla Cronaca della Provincia su richiesta del guardiano del convento di S. Lucia p. Antonio Luigi Porta, dichiarazione autenticata dal notaio del medesimo villaggio. In essa è detto: «Fundò el Combento de la Villa de San Gavino Monreal el Il.mo Senor, y R.mo Padre fray Lorenzo de VillaVicencio Religioso observante, espanol..., Ob.po de Ales... el ano 1580... Assi en la Chronica de la Provincia. = Copiado... por el R.ndo P. fray Juan Bap.ta Caredda...» (4) Chi ha decisamente collocato al 1580 la fondazione del convento ad opera del vescovo di Ales Lorenzo di Villa Vincenzo è invariabilmente chi ha scritto sul convento di S. Lucia ripete: – La sua fondazione, come quella di S. Antonio abate di Tuili nel 1582, si deve al vescovo francescano di Ales Lorenzo di Villa Vincenzo –. Così Goffredo Casalis, Lodovico Pistis, Pietro Cossu, Alfonso Casu e Ilario Orrù (6). Non fanno che ricopiare dal Pirella È stato proprio il vescovo di Ales mons. Lorenzo di Villa Vincenzo, o Villavincenzio, a fondare il convento? Altro è altro qualificarlo vescovo di Ales. In Sardinia Sacra del 1928 e 1937 alla serie cronologica dei vescovi delle diocesi unite di Usellus-Terralba si legge: 1562-1566 Pietro Fragus, 1568- Michele Mayquez, 1572-1573 Giovanni Cannavera, 1574-Giovanni Manca, -1585 Lorenzo Vincenzo de Villa, 1585- Pietro Clemente (7). Invece nella recente pubblicazione L'organizzazio-ne della Chiesa in Sardegna l'elenco ha: 1562-1566 Pietro Fra-gus, 1568 Michele Marriquez, 1572-1573 Giovanni Cannavera, 1574 Giovanni Manca, 1585 Pietro Clemente (8) Mons. Severino Tomasi, storico della diocesi, è suadente quan-do asserisce: Un vescovo delle diocesi unite Usellus-Terralba di nome Lorenzo di Villa Vincenzo non è mai esistito. Il convento fu costruito dietro cessione di beni immobili attigui alla chiesetta e di solida offerta in denaro del fondatore.Non si hanno documenti scritti sulle varie fasi attinenti la costruzione del convento e alle successive aggiunte marginali apportate alla chiesa. Il convento di Santa Lucia è un esempio tipico di convento osservante tradizionale.Secondo la cronaca della Provincia il Vescovo Lorenzo di villa Vincenzo, Allargo para este efecto quantiosa limosna, y una antigua antigua hermita consagrada a Santa Lucia Virgen, y Martir, que consagrò, y era o livel de su mitra.E' costituito da una navata centrale con ai lati 4 capelle con altare in legno e con balaustra.In una cappella manca l'altare ligneo il pavimento della navata centrale è più basso rispetto a quello delle cappelle ed è in lastroni.Il braccio nord est sembra che sia il più antico considerando che lo spessore degli archi e delle colonne è di molto inferiore rispetto a quelli del braccio sud est. La volta dell'ambulacro del piano terra è costituita da ginepro stagionato; un tratto di muro del piano superiore gibboso e sporgente.Nulla sappiamo delle delle successive costruzioni, si pensa che dopo la costruzione della navata centrale siano seguite la costruzione dell'atrio del coro e il campaniletto. Tratto da "I francescani a San Gavino Monreale" di P.dr Girolamo Pinna c.f.m. Maggiori informazioni: http://www.sangavino.net |
Vincitori: Maria Grazia B., Oscar S., Gabriela P., Ferdinando Z., Paola S., Piera, Bea S., Laura C., Peppeluisipala, Anna C., Antonella S., Ornella G., Rita A., Graziano L., Ignazio S., Franca C., Antoni C., Francesca, Stefano B., Andrea G., Barbara S., Francesca M., Luisa M., Alexandra F. | |
Chiesa di Santa Maria Maddalena e castello di Las Plassas - Las Plassas - (VS) Il Castello di Las Plassas, edificato prima del 1172, che, insieme ai castelli di Arcuentu e di Monreale, costituiva la cintura difensiva del Giudicato di Arborea. L'importanza del Castello è testimoniata anche dal fatto che il Comune di Genova lo ebbe in pegno dal giudice d'Arborea Barisone I (1146-1185). L'edificio svolse una funzione strategico-militare di rilevante importanza, nelle vicende belliche e nel controllo del territorio del Regno d'Arborea e, dal 1410/20 del Regno di Sardegna. Le campagne di scavo condotte hanno permesso di riconoscere le diverse fasi costruttive evidenziando, in particolare gli ambienti interni, le torri, i camminamenti gli alloggi, i locali destinati a magazzini, le cisterne, la corte. Il Castello edificato sulla cima di una collina perfettamente conica, risulta in posizione dominante rispetto al centro abitato che sorse nel Medioevo per l'attrazione esercitata dalla fortificazione stessa e per l'aggregazione di Sas Plassas, cioè di diverse abitazioni con ampia corte per il ricovero del bestiame e per lo svolgimento dei lavori agricoli. Col passaggio dell'Isola sotto l'Aragona, a seguito della sconfitta subita dai sardi arborensi nella battaglia di Sanluri del 1409, il villaggio di Las Plassas, assieme a Villanovafranca e Barumini, venne infeudato all'iberico Pietro Besalù, per passare poi nel 1541, tramite acquisto, al valenzano Azor Zapata che nel 1566 ottenne il privilegio di nobiltà. Il feudo divenne Baronia di Las Plassas. All'interno del paese un museo intende far rivivere le istituzioni, l'economia, la religiosità e la vita quotidiana nella villa di Las Plassas fra il XIV e il XV sec.,attraverso una ricostruzione ideale del castello e la vita svolta al suo interno. Maggiori informazioni: http://www.sacoronaspa.it |
Vincitori: Alexandra F., Ornella G., Gabriela P., Nicola C., Antonella S., Bea S., Emilio C. | |
Miniera di Su Suergiu - Villasalto (CA) Parlare di Su Suergiu significa fissare sinteticamente le date storiche delle ricerche e dello sfruttamento di un patrimonio minerario, dato da un giacimento di Antimonio, della zona del Gerrei e di due territori in particolare Ballao e Villasalto. Nel XV secolo vennero individuati, nel territorio di Ballao, massi affioranti di Antimonio; Nel 1854, scoperto il giacimento di Villasalto, Francesco Ferro iniziò gli scavi; Ottenute le concessioni minerarie iniziò la fase estrattiva che durò fino agli anni trenta per l'esaurimento dei filoni. Nei pressi di Ballao venne scavata un'altra miniera, Corti Rosas, nella quale s'individuò un giacimento ricco. A questo punto sotto il controllo dell'AMMI (Azienda Minerali Metallici Italiani) si unirono le due miniere che potevano contare sulla fonderia di Su Suergiu e su un impianto di flottazione che la stessa Azienda costruì prima della seconda guerra mondiale. Questa realtà mineraria poté produrre sino agli sessanta quando iniziò la chiusura delle gallerie a Su Suergiu. Resta da dire che, come nelle altre realtà, anche in questa nacque il villaggio dei minatori che meriterebbe il recupero e la sua conservazione ma questo è un problema che verrà affrontato in un'altra parte del sito. Maggiori informazioni: http://www.sardegnaminiere.it |
Vincitori: Roberto V., Gabriela P., Alexandra F., Ornella G., Antonella S., Valeria L. | |
Chiesa di San Giovanni Battista - Urzulei (OG) La chiesa di San Giovanni Battista, risalente alla fine del 1600 e più volte restaurata nel corso degli anni, è l'attuale sede della parrocchia di Urzulei. I registri della chiesa testimoniano che fu costruita per espiare un reato di omicidio, da parte di un uomo pentito nativo del paese, un tale Giovanni Murgia. La chiesa era inizialmente a una sola navata con delle cappelle laterali. Dopo il restauro del 1958 c'è stato un ampliamento longitudinale e la realizzazione della tribuna nel 1973. Oggi la chiesa si presenta a tre navate, l'altare è in marmo rosa lucido, il battistero in marmo prezioso e il presbiterio in granito. L'altare è sovrastato da una vetrata policroma che raffigura scene religiose tra cui il battesimo di Cristo. La scala che permette l'accesso al campanile, porta anche al piccolo museo curato dal parroco. Nell'aprile 1983 è stata eseguita la pavimentazione della piazza della Chiesa con pietrini in rosso e nero a spina di pesce e di recente sono stati rivestiti di pietra i muri di contenimento in cemento armato, del cucuzzolo su cui fu costruita. La Chiesa è stata consacrata il 21 ottobre 1973 da Mons. Delogu e ogni anno in questa data se ne celebra l'anniversario. Maggiori informazioni: http://www.urzulei.com/ |
Pagina 15 di 33