Vincitori: Dino P., Antonio P., Tina G., Silvia C., Angelo P., Graziano M., Arceo S., Donatella P., Monica C., Cinzia S., Antonio C., Antonella S., Paolo C., Simona M., Ascanio S., GIanna S., Tiziana A., Daniele M. | |
Parrocchiale di San Sebastiano - Milis (OR) La Parrocchiale di San Sebastiano si trova al centro del paese vicino al quale possiamo trovare anche la piazza martiri (prima giardino del palazzo Boyl), il palazzo Boyl e la biblioteca comunale. La struttura della chiesa è di impostazione gotico-catalana risalente al XVII sec. S.Sebastiano ha una pianta quadrata e una navata centrale con volta a botte, un tempo affrescata. Il luogo dedicato al clero ovvero il Presbiterio è di forma rettangolare. Esso è voltato a crociera cioè la sua volta è data dall’ intersezione di due volte a botte. I costoloni poggiano su basi pensili raffiguranti in maniera molto stilizzata i quattro evangelisti. L’ arco trionfale poggia invece su dei pilastri polistili (caratteristica che troviamo spesso nell’ architettura gotica) con capitelli fitomorfi (aventi cioè forma di pianta). Lateralmente troviamo le cappelle coperte da volta ombrelliforme con archi a sesto acuto, il cui lato interno o intradosso è stato scolpito con motivi (geometrici, floreali ecc) di matrice artigianale e autoctona. La Chiesa nel corso del tempo ha subito alcuni rimaneggiamenti è infatti stata aggiunta la cappella cupolata della Vergine Assunta ,che, entrando,si trova sulla sinistra e la Cappella del Rosario a destra, a fianco del presbiterio. A lato della sagrestia si trova la cappella più antica: S. Lucia. Per capire che si tratta della cappella più antica bisogna osservare l’ arco a sesto acuto risalente ai primi decenni del 1500. In questo periodo molte chiese sarde vengono dedicate a San Sebastiano perché è considerato il liberatore della peste in Sardegna. Grazie ai lavori di restauro (che purtroppo portarono allo smantellamento di alcuni mobili soprattutto di ispirazione piemontese) sono state rinvenute nella navata centrale alcune tombe tra le quali le più antiche risalgono ai primi anni del 1600. La facciata di San Sebastiano si contraddistingue per la presenza di una cornice modanata con croce trachitica. Nella parte centrale della facciata si nota un elemento molto presente nelle chiese sarde che hanno preso come modello l’architettura dell’ Italia centrale tra la fine del 1500 e inizi del 1600: il Rosone. Il Rosone è quella finestra circolare a raggi, più o meno decorata. Il suo nome viene da rosa che nell’ iconografia cristiana è il simbolo della coppa che raccolse il sangue di Gesù. Oltre a questo significato assume anche quello della ruota raggiata, simbolo solare. Le chiese di S. Vittoria e di S. Giorgio martire sono state costruite sull’ impostazione della Parrocchiale Informazioni del comune di Milis |
Vincitori: Ascanio S., Antonella S., Tina G., Antonio P., Cora Z., Arceo S., Lorenzo B., Lorenzo T., Daniele M., Brabara M., Carla M., Gianna S., Franco C. | |
Tomba dei giganti di Osono - Triei (OG) La Tomba dei giganti di Osono, costruita con blocchi di calcare bianco, è orientata a sud-est. Essendo stata edificata in un pendio, è stato costruito tutto intorno un grande tumulo con grosse pietre e terra per pareggiare il terreno e dare stabilità alla costruzione. La tomba e il tumulo in totale hanno una lunghezza di più di 22,5 m., mentre la camera funeraria, che presenta l'interno e la copertura ancora intatti, ha una lunghezza di 10 m. ed è coperta a piattabanda. L'esedra, anch'essa intatta, è formata da dodici grosse pietre infisse a coltello nel terreno, ed ha un' ampiezza di ben 19 m. al centro di essa si trova l'ingresso della tomba, costituito da due bassi blocchi sormontati da un grosso architrave. Dal punto di vista architettonico la tomba si presenta quindi molto singolare, poiché in essa si trovano sia elementi delle classiche tombe dei giganti comuni nel nord della Sardegna, come la copertura a piattabanda e l'esedra formata da lastre infisse nel terreno, ed elementi delle tombe a filari, come l'ingresso e le pareti interne della camera, realizzate in filari di blocchi sovrapposti e aggettanti, come quelle dei nuraghi. In buone condizioni di conservazione si trova anche il paramento esterno che circonda la camera, anche se è attualmente invaso dalle piante. Intorno alla tomba si sono trovate le strutture di dieci ambienti non ancora interpretati, che si pensa potessero essere parte di un santuario oppure abitazioni. Il sito, completamente coperto di terra e fitta vegetazione, è stato scoperto e scavato circa 15 anni fa, senza essere in precedenza stato sconvolto dagli scavi clandestini, cosa purtroppo frequente. La tomba è stata rinvenuta integra e al suo interno sono stati trovati numerosi reperti di grande valore per la datazione e lo studio del monumento, come ceramiche, oggetti di metallo, e frammenti di ossa umane. Inoltre sono stati rinvenuti anche reperti riferibili al periodo imperiale romano, e ciò attesta una frequentazione del sito sino almeno al III secolo dopo Cristo. Il nuraghe Bau Nuraxi è di tipo complesso pentalobato, realizzato con enormi blocchi di granito locale, ed è composto da una torre centrale e da un grosso muro di difesa che incorpora le altre quattro torri. Nei dintorni si possono vedere alcune decine di capanne a pianta circolare, alcune delle quali di grandi dimensioni. Purtroppo il complesso nuragico si trova attualmente in completo stato di abbandono ed è completamente sommerso dalla vegetazione, cosa che ne rende difficile l'individuazione nonostante le considerevoli dimensioni. Da Tortolì percorrere la s.s.125 in direzione nord. Dopo aver superato Lotzorai, continuare per altri 7 km. e svoltare al bivio per Triei. Proseguire per circa 5,5 km. sino ad arrivare all'imbocco (a sinistra) della strada comunale asfaltata che porta alle sorgenti di Osono e Bau Nuraxi. Proseguire per km. 4,2, sino al termine del tratto asfaltato, fino a raggiungere il complesso nuragico; dopo averlo sorpassato, percorrendo altri 3 km., prima di arrivare alla sorgente di Osono, si prende una stradina bianca sulla sinistra, che conduce alla tomba dei giganti. Informazioni di http://www.ogliastraontheweb.it |
Vincitori: Arceo S., Graziano M., Gianna S., Giorgio P., Tiziana A., Simona A., Antonella S. | |
Domus de janas di Burdaga - Asuni (OR) |
Vincitori: Antonella S., Daniela M., Letizia D., Andrea M., Ferdinando Z., Paolo C., Antonio P., Piera P., Gino B., Arceo S., Gianna S., Antonio C., Antonello D., Andrea F., Tina S., Tina G., Nason M., Luciana P. | |
Porto Raphael - Palau (OT) |
Vincitori: Bruno P., Graziano M., Arceo S., Ascanio S., Nuragicum, Antonella S., Carlo S. | |
Nuraghe Erismanzanu - Esporlatu (SS) Esporlatu è il più piccolo dei nove comuni che costituiscono il Goceano, una regione nel cuore della Sardegna, nell'Alta Valle del Tirso. Il centro sorge ai piedi del Castello del Goceano, oggi noto come Castello di Burgos, voluto da Gonario II di Torres nel 1129. Il suo territorio si estende, tra monti e pianura, per 4831 ettari. Le più antiche tracce della presenza dell'uomo nella zona risalirebbero al Bronzo Antico (1800-1500 a.C.), come dimostrano i resti di alcuni nuraghi a corridoio rinvenuti nell'agro comunale. La civiltà nuragica del Bronzo Medio e Recente compare con un numero di monumenti senz'altro più elevato e si manifesta con nuraghi a tholos, tra monotorre e nuraghi a planimetria complessa e tombe di giganti. Mancherebbero nel territorio, allo stato attuale delle ricerche, le manifestazioni artistiche più antiche (Neolitico Recente ed Eneolitico) che, invece, sono presenti cospicuamente nei comuni limitrofi. Il nuraghe Erismanzanu si erge a m. 803 s.l.m., nell'omonima località, a 4 Km. da Foresta Burgos, regione rinomata dal punto di vista paesaggistico, per il suo patrimonio faunistico (è stata definita "il regno del cavallo arabo-sardo") e, aggiungiamo noi, per gli innumerevoli nuraghi. La località è raggiungibile procedendo da Foresta Burgos verso il centro abitato di Burgos; a 2 Km. dall'incrocio si prosegue per un sentiero sulla destra fino al primo cancelletto in ferro, da cui il monumento dista 500 m. circa. Purtroppo, come spesso avviene nelle zone interne dell'isola, anche i monumenti più validi sono privi della segnaletica direzionale, per cui non sempre è facile giungere a destinazione. La bella torre di Erismanzanu non è visibile dalla strada statale, da cui dista 700m., poiché si eleva lungo il pendio che giunge a Sud fino al Riu Fruschiosu, oggi a carattere torrentizio, ma che, in età preistorica, poteva rappresentare una valida fonte d'approvvigionamento idrico. Si sa, infatti, che i nuragici cercavano, per i loro insediamenti militari, le località più adatte sia ai loro scopi difensivi (posizioni strategiche che dominassero il territorio circostante) che per la loro economia (solitamente pastorale nelle zone interne ed impervie), dove l'acqua giocava, sicuramente un ruolo predominante. Discendendo, dunque, per tale pendio iniziamo ad avvistare il nuraghe a poca distanza da esso. Ai nostri occhi si presenta una bella torre troncoconica, imponente e maestosa, sormontata, sulla vetta, da un pennacchio sempreverde di lecci e bagolari, mentre il paramento murario esposto a Nord ammantato d'edera. La sua bellezza aveva colpito anche il Taramelli, (TARAMELLI 1913, Taramelli A., "Carta Archeologica. Foglio 194, Ozieri", Firenze.), l'archeologo che, nei primi decenni del secolo, peregrinò per la nostra isola visitando centinaia di monumenti. Egli considerava il nuraghe Erismanzanu come " .... il più bel nuraghe del territorio". Lo stesso autore ha parlato di alcuni oggetti rinvenuti all'interno e all'esterno del monumento e "....avanzi di costruzioni minori" di cui oggi non si conserva alcuna traccia. Il monumento un monotorre a tholos a planimetria semplice, con schema classico nel disegno di base, noto nelle centinaia di monumenti del genere edificati in Sardegna nell'età del Bronzo Medio (XVI - XIII secolo a.C.), ma variato, come vedremo, dalla presenza di alcuni elementi. Presenta, dunque, un corridoio munito di scala elicoidale a sinistra e garetta di guardia a destra, camera voltata con tre nicchie disposte a croce. La torre costruita, esternamente, con massi in trachite di dimensioni eccezionali, specie alla base, i quali si riducono di volume procedendo verso l'alto al fine di alleggerirne la struttura. Per dare l'idea delle dimensioni dei blocchi forniamo la lunghezza e l'altezza di due pietre che fungono da stipiti all'ingresso del nuraghe: m. 1,52 x 0,63 e m. 1,24 x 0,60. Sia nei filari inferiori che in quelli superiori i blocchi, con la faccia a vista rettangolare, sono ben lavorati, squadrati, quasi in opera isodoma in facciata. Ne risulta, dunque, un paramento murario esterno a filari perfettamente regolari, con buona combaciatura dei giunti senza uso di zeppe di rincalzo. La torre, che si eleva per un'altezza massima di 8 m. e diciassette filari di pietre, priva, esternamente, solamente del terrazzo i cui resti non sono stati rinvenuti neanche alla base. Il terrazzo, d'altronde, o meglio i resti di esso, si conservano solamente in rarissimi casi e, tra essi, il nuraghe Tilariga di Bultei e quello Albucciu di Arzachena. È grazie ai modellini in bronzo di nuraghi provenienti da Ittireddu ed Olmedo (VII-VI sec. a.C.) che conosciamo come terminavano superiormente le torri troncoconiche nuragiche, riprodotte in calcare anche in un modellino rinvenuto a Barumini, in cui il ballatoio con parapetto sporgente dal filo murario, è sorretto da mensole. L'apertura d'ingresso guarda nel punto di maggiore illuminazione, ad Est, come solitamente avviene nei monumenti di tal genere, ed è sormontato da un architrave perfettamente lavorato e con faccia a vista rettangolare, lungo m. 1,60, alto m. 0,70 e spesso m. 0,80. Il monolito alleggerito da un finestrello di scarico, un'apertura in questo caso "a clessidra", che consentiva di scaricare ai lati dell'architrave e, dunque, sugli stipiti, il peso delle strutture soprastanti. L'ingresso, un tempo chiuso, probabilmente, con materiale ligneo o litico, consente l'accesso al corridoio, coperto da grossi lastroni, nel quale si affaccia, sulla sinistra, l'ingresso per la scala elicoidale, che consente, tutt'oggi, girando attorno alla camera centrale circolare, l'accesso agli spalti superiori. La garetta di guardia, a destra del corridoio, una nicchia coperta ad ogiva che consentiva alla sentinella di assalire, eventualmente, il nemico e di difendersi con lo scudo tenuto con la mano sinistra e un'arma impugnata con la mano destra. Un imponente ingresso, a m. 5,20 dal primo, immette nella camera centrica, il vano più ampio fra tutti. L'ingresso, di luce trapezoidale, alto m. 2,70. La camera perfettamente circolare con diametri di m. 4,50. Le tre nicchie, ricavate entro lo spessore murario (per alleggerire la struttura, giacigli o ripostigli?) sono disposte in schema cruciforme: una di fronte all'ingresso alla camera, una a destra e una a sinistra. Anch'esse, come la garetta, sono coperte ad ogiva. Al centro del pavimento, fino a poco tempo fa nascosto da un masso appena affiorante dal pavimento, si apre un pozzetto. Difficile dire quale fosse la sua funzione, se un pozzo d'acqua o più probabilmente, un "silos". Comunque sia, il vano sotterraneo, profondo dal pavimento poco più di un metro, presenta un paramento murario costituito da blocchi ben lavorati. La camera coperta con volta a tholos, alta, dall'apparente pavimento, m. 7,50. È costituita, a differenza del paramento murario esterno, da file di blocchi a faccia poliedrica, ben uniti fra loro, oltre che da rare zeppe, da malta di fango fra gli interstizi. Anche nel vano centrico, come all'esterno, i blocchi di grosse dimensioni sono stati posti nei filari sottostanti, mentre, verso l'alto, gli stessi, si riducono nelle dimensioni. La parte superiore della torre è accessibile, come già detto, percorrendo la scala elicoidale ottenuta nel corridoio. Il terrazzo, gli spalti superiori, avevano funzione, essenzialmente di carattere difensivo e rappresentavano, dunque, il vero punto strategico del nuraghe. I mensoloni di base del terrazzo, in origine, sporgevano dalla parte superiore della torre, protetti da un parapetto verticale. È dall'alto che i nuragici dominavano il territorio circostante, avvistavano il nemico e potevano proteggersi dagli attacchi degli incursori, attaccando essi stessi con le rudimentali armi di cui disponevano. Il terrazzo del nuraghe Erismanzanu era munito, inoltre, di due ripostigli, uno dei quali profondo intorno ai 3 m., la cui funzione, ancora dubbia, poteva essere in relazione col carattere abitativo e difensivo della struttura. Certo è, comunque, che il nuraghe Erismanzanu con la sua bella torre e le particolari caratteristiche che lo distinguono da tanti altri monumenti (paramento murario con blocchi perfettamente squadrati, pozzetto interno alla camera e ripostigli nella parte superiore), resta ancora oggi un monumento sconosciuto ai più e non dovutamente valorizzato. Info: http://www.edizionisole.it/isv/nuraghi/ita.nuraghi.html |
Vincitori: Antonio C., Graziano M., Maria Carmine P., Gianfranco S., Enzo D., Pietro M., Teresa D., Alessandro M., Arceo S., Roberto C., Graziella E., Marcella V., Daniela P., Giampaolo D., Valeria V., Salvatore Z., Renato M., Michela E., Tina S., Walther S., Paolo C., Antonella S., Tiziana A., Cristiano C., Ignazio S., Maria N., Anna A., Gianna S., Maria Franca P., Gianluca C., Franca S., Antonio P., M.Vincenza P., Carlo S., Ave M. | |
Santuario di Nostra Signora di Bonacattu - Bonarcado Info: http://www.paradisola.it/santuari_sardegna/detail.asp?iPro=11&iType=17 |
Vincitori: Antonio C., Riccardo A., Lorella D., Beatrice M., Fernando D., Giuliana S., Gioconda P., Roberto C., Ilenia C., Daniele M., Alessandra D., Angelo M., Augusto L., Letizia S., Guido D., Bruno A., Maria G., O., Alessandro O., Emilio C., Anna P., Ascanio S., Graziano M., Renzo Franco G., Ettore G., Pasquale P., Antonella S., Antonello M., Angela C., Alessandro M., Graziella E., Gabriele S., Davide Z., Anna A., Daniela M., Paolo F., ArceoS., Simonetta G., Carlo S., Sandra Z., Bruno P., Renato M., Nino P., Daniela S., Roberto L., Marco L., Massimo M., Edoardo Z., PeppeLuisi P., Oprhys, M.Vincenza B., Tiziana A., Lorenzo T. | |
Gola di Gorropu - Urzulei (OG) Info: Trekking Gola di Gorropu |
Vincitori: Daniela S., Gianpiero P., Antonella S., Paolo C., Arceo S., Renato M., ophrys, Antonino P., PeppeLuisi P., Pino S., Ascanio S., Antonio P., Roberto A., Carlo S., Rosa V., Tiziana A., Lorenzo T. | |
Tomba dei giganti Santu Bainzu - Borore (NU) Ulteriroi informazioni: http://www.archeologiasarda.com/tdg_santu_bainzu_borore.asp |
Vincitori: Marina M., Cora Z., Carlo D., oprhys, Carlo S., Arceo S., Giampaolo D., Gino B., Antonello Z., Giambattista G., Flaviano M., Daniela M., Antonella S., Angelo P. |
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Portu de S'Illixi - Muravera (CA) |
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