Vincitori: Renato M., Antonella S., Stefania G., Gabriela P., Bea S., Roberto L., Davide Z., Filippo N., Antonella S., Andrea P., Daniela C., Giovanni V., Rosa C., Ornella G., Dino P.

Castello di Pedres - Valle di Padrongianus - Olbia (OT)
Edificato in età medievale in un luogo non certamente casuale, sopra massi di granito inglobati nella costruzione per la realizzazione della cortina muraria la torre permetteva il controllo dei territori dell'interno nonché del Golfo di Olbia. Per poter salire al castello in mezzo ai rovi e alla vegetazione furono costruite delle scale con massi granitici di notevoli dimensioni inframmezzate da due piazzali. Arrivati in cima l'ingresso alla torre avveniva dal secondo piano attraverso una porta ad arco. L'accesso era praticato a circa 6 metri d'altezza, raggiungibile quindi con scale di legno retrattili per una migliore difesa in caso di necessità. Affianco alla torre vi sono i resti di un edificio, molto probabilmente di un piano solo, dove al centro del pavimento si apre una cisterna di raccolta della acque piovane che venivano qui convogliate da una canaletta ricavata nella parte sinistra di una porta. Il castello di Pedres fu utilizzato fin nel XIV secolo. Fonti catalane ci raccontano che alla vigilia dell'attacco degli Aragonesi i Pisani, allora presenti nel territorio, fortificarono sia la città (chiamata allora Terranova) che il castello per far fronte agli attacchi degli Aragonesi che nonostante gli sforzi sconfissero i Pisani.

Info tratte da http://www.olbia.it

Vincitori: Claudio C., Luisa M., Antonella S., Anna S.

Nostra Signora del Rosario - Tempio Pausania (OT)
Proprio di fronte alla cattedrale sorge la chiesa di Nostra Signora del Rosario. Realizzata nello stile romanico (XIII-XIV secolo) con rimaneggiamenti aragonesi sul timpano; conserva sulla sommità della facciata un campaniletto a vela (la campana è del 1633) su cui insistono tre statuine di marmo di probabile origine romana.
Al centro della facciata venne collocata nel 1830 una immagine in marmo della Vergine del Rosario.
Aula con un'unica navata ad archi ogivali con copertura in legno di castagno e ginepro.
All'interno: altare e retablo del 1700; palliotto del 1625, come l'acquasantiera.
Festa: 7 ottobre.

Info tratte da http://www.diocesitempio-ampurias.it

Vincitori: Dino P., Barbara L., Geltrude S., Daniela M., Luisa M., Bea S., Tito Z., Anna Rita O., Antonella S., Paola S., Ornella G., Tiziana S., Stefania G., Pino S., Francesco P., Bruno L., Antonio V.

Cascata di Piscina Irgas - Villacidro (VS)
La cascata è originata da un orrido del monte Piscin’Irgas nell’altopiano di Oridda.
Lì si getta, dopo alcuni salti di rara bellezza nelle rocce, il Rio Oridda.
E’ quasi impossibile arrivarci seguendo il corso del fiume, a causa del profondissimo canyon che le acque hanno scavato nel granito e su cui scorrono, e del baratro che formano le rocce circostanti, molto scivolose nel periodo delle piogge.

Maggiori informazioni http://www.villacidro.net/zzz/29.htm

Vincitori: Maurizio M., Anna P., Marta D., Ida N., Valter P., Manuela C., Carlo B., Valeria F., Alessandra P.

Tertenia - (OG)
Tertenia sorge nella valle compresa tra il Monte Ferru e il tacco di Monte Arbu, a soli 103 chilometri da Cagliari, ed è il paese più meridionale dell'Ogliastra.
Il suo territorio è variegato, aspro e fortemente frastagliato, dominato dagli altipiani dolomitici di Taccu Mannu e Tacchixèddu.
Gli antichi navigatori fissarono la loro dimora nell'entroterra della zona costiera del comune di Tertenia, ma presto, conosciuto il territorio, si spostarono nell'entroterra al margine dei valloni, più ricco di corsi d'acqua. Solo più tardi occuparono l'ampio vallone del Quirra sino ad arrivare al margine dei tacchi.
In passato il paese si distingueva soprattutto per la produzione mineraria, il suo territorio è, infatti, ricco di giacimenti di pirite, barite, quarzo: particolarmente note erano le miniere di Bau Arena, Sarrala e Barisoni-Porto Santoru.
Più recentemente il paese ha scoperto una importante vocazione turistica dovuta alla valorizzazione delle sue bellezze paesistiche e naturalistiche, che riescono a coniugare in una sintesi particolarmente suggestiva la montagna ed il mare.
Nei dintorni merita una visita il complesso di origine vulcanica del Monte Ferru, ricco di boschi ed impegnativi sentieri; attraverso il Monte Ferru, tramite la strada panoramica di Sarrala, si accede alla splendida zona costiera della marina di Tertenia caratterizzata dall'alternanza di bianchissime spiagge e scogliere, tra le quali la bellissima spiaggia di Foxi Manna, con l'omonimo insediamento turistico, dominata dal nuraghe Aleri e quella del litorale di Sarrala, contraddistinta dalla presenza dell'interessante torre seicentesca di San Giovanni di Sarrala.
La denominazione di questa località risale con molta probabilità alla presenza nella zona dell'antica città romana di Saralapis, di cui sono però purtroppo andate quasi completamente perdute le tracce. Infatti è ampiamente testimoniato dalla presenza di domus de janas, tombe dei giganti e numerosi nuraghi che il territorio di Tertenia fu abitato fin dalla preistoria. Da citare ancora il nuraghe Nastasi, il nuraghe Longu e il nuraghe Aleri.
L’economia è prevalentemente basata sull’artigianato, agricoltura (viti, ulivi) e pastorizia e sulla produzione locale del pecorino, ormai richiesto in tutta la Sardegna ed esportato anche all'estero.
Alla diffusione dei prodotti locali ha fatto da volano lo sviluppo del turismo estivo, grazie alla bellezza della piana di Sarrala e delle spiagge che vi si aprono, prima fra tutte quella di Fogi Manna.

Fonte http://www.comunetertenia.it

Vincitori: Anna S., Daniela M., Gabriela P., Luigi M., Loredana D., Maria Antonietta C., Alessandro M., Antonella S., Giovanni I.

Pozzo Nuragico "Sa Testa" - Olbia (OT)
In una terra per certi aspetti riarsa come la Sardegna, non stupisce che i luoghi di culto per eccellenza in età nuragica (1500-800 a. C.) fossero fonti d’acqua perenni, sistemate allo scopo con un apparato architettonico a volte spettacolare: i pozzi sacri. Nel territorio olbiese l’esempio più notevole sorge in località Sa Testa. Il monumento è costituito da uno spazio cerimoniale circolare ed un atrio che precede la scala vera e propria, dalla quale si accede alla fonte coperta con una struttura cilindrica a “tholos”, cioè a filari via via leggermente aggettanti.
A differenza della maggior parte dei casi noti, questo pozzo sacro sorge piuttosto distante dagli insediamenti nuragici della zona; verrebbe quindi da pensare che avesse un valore di santuario non strettamente locale, vista anche la insolita vicinanza con la costa. Edificato probabilmente nell’Età del Bronzo Finale (1200-900 a. C.), il tempio fu frequentato fino ad età romana come testimoniano le offerte rinvenute nello scavo del 1938 (ceramiche, metalli, bruciaprofumi). Il culto consisteva quindi nella dedica di ex-voto e in cerimonie a noi non ben note, ma è certamente da escludere il sacrificio umano, come vuole invece una diceria del tutto priva di fondamento.

Come arrivare: dal lungomare di Olbia (via dei Lidi) si prende la strada per Pittulongu-Golfo Aranci e dopo 4,5 km il cartello segnala il parcheggio e il monumento.

Servizi disponibili nel sito: cartellonistica didattica, parcheggio anche per pullman.

Durata della visita: 30 minuti. R.D'O.

Fonte http://www.comune.olbia.ss.it

Vincitori: Daniela M., Paola S., Alessandro M., Oscar S., Anna S., Dino P., Carlo B., Paolo C., Ida N., Matteo O., Piergiorgio O., Tiziana S., Antonella S., Bakis, Giovanna M., Fabrizio D., Barbara L., Manuela P., Edoardo S., Giovanni Andrea N., Gianfranca S., Giorgio P.

Chiesa di San Palmerio - Ghilarza (OR)
La chiesa di San Palmerio è la custode delle antiche memorie del paese, anzi della sue stesse origini; sorge, infatti nella regione Pantaleo dove l'altopiano degrada lentamente verso la vallata di Chenale.
La chiesa con il suo ricco patrimonio terriero e con i contadini che lo lavoravano costituiva una proprietà dell'arcivescovo di Oristano.
La facciata è divisa in tre specchiature da sottili lesene concluse da arcate cieche ed è costruita in pietra da taglio nera e rossa; l'apparato murario denota nell'accuratezza dei conci grande abilità ed esperienza, lo stesso alternarsi delle pietre chiare e scure ritorna nell'arco che immette nell'abside. Le fiancate presentano nella sommità archetti a doppia ghiera.
La chiesa fu ignorata per diversi secoli ma, negli ultimi decenni del 500, a Ghilarza, fu fondata la confraternita del rosario e gli fu affidata come sede proprio l'antica chiesa di San Palmerio che da allora fu chiamata chiesa del Rosario.

Fonte http://www.comune.ghilarza.or.it

Vincitori: Antonella S., Oscar S., Anna S., Bea S., Filippo S., Giorgio V., Dino P., Luisa M, Simona A., Francesco T., Lilla M., Valter P., Marcella V., Alessandro R., Felice R., Paola S.
Faro di Capo Sandalo - Carloforte (CI)
La costa ovest dell'isola di Carloforte è un continuo susseguirsi di scogliere rocciose, un tratto di costa assolutamente selvaggio, sulla sommità di una di queste rocce si erge il Faro di Capo Sandalo il più importante punto di riferimento dei navigatori della zona.
A proposito del Faro di Capo Sandalo vi invitiamo a leggere questo bellissimo racconto
di Annamaria "Lilla" Mariotti

UN UOMO E LA SUA LANTERNA

L'Isola di San Pietro si trova vicino alla costa Sud Occidentale della Sardegna ed è meglio conosciuta semplicemente come "Carloforte" dal nome della sua unica città. E' una piccola isola, la strada principale che l'attraversa da Nord a Sud è lunga 12 Km., eppure è un piccolo mondo a sé; i suoi abitanti parlano un arcaico dialetto genovese perché discendono da quei pescatori di corallo originari di Pegli a cui l'isola fu donata dal Re Carlo Emanuele III di Savoia nel 1738, dopo averli liberati dalla schiavitù di Tabarka.
La costa Est dell'isola è delimitata da bianche spiagge sabbiose, mentre la costa Ovest è un continuo susseguirsi di scogliere rocciose ed è su una di queste rocce dominanti il mare che si trova il Faro di Capo Sandalo.
Bruno Colaci, il guardiano del faro è un uomo di 58 anni, cordiale e austero nello stesso tempo, un moderno eremita, uno di quegli uomini che possono ancora condurre una vita silenziosa ed appartata in un'epoca in cui la fretta regna sovrana.
Salendo i 124 scalini delle torre per arrivare alla lanterna, Bruno racconta la storia della sua vita e le situazioni che lo hanno portato a diventare guardiano del faro. E' entrato per la prima volta in un faro all'età di quattro anni quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, suo padre, che era stato in marina, aveva ottenuto il suo primo incarico come guardiano di faro nel 1945 e da bambino Bruno ha viaggiato lungo le coste italiane ed ha vissuto nei diversi fari a cui suo padre veniva di volta in volta assegnato. Alcuni di questi fari si trovavano sulla terraferma mentre altri erano situati su piccole, lontane isole dove, egli ricorda, qualche volta, durante le tempeste, avevano dovuto aspettare anche 15 giorni prima di poter avere aiuto e cibo. Mentre viveva in alcuni fari sulla terraferma si era trovato a dover camminare anche cinque o sei chilometri per poter andare a scuola.
Quando per Bruno è arrivato il momento di entrare nel mondo del lavoro, egli pensò che sarebbe stato bello trovare qualcosa di diverso da quello che faceva suo padre, ma la vita nei fari ormai gli era entrata nel sangue e, apparentemente, era nel suo destino per cui, dopo un concorso, accettò un lavoro di "Farista", come vengono ora chiamati i guardiani, e, dopo essere stato in un certo numero di fari, nel 1972 è approdato al Faro di Capo Sandalo e da allora, salvo una breve parentesi alla "Lanterna di Genova", è ancora lì.
Bruno è particolarmente fiero della sua lanterna e mostra con orgoglio le lucidissime lenti di Fresnel. Benché il faro sia stato costruito nel 1864 e mostri i segni del tempo si può facilmente vedere che lui ama il suo faro e lo tratta quasi come se fosse uno dei suoi figli.
Quando gli chiedo come è la vita in questo solitario angolo del mondo, su questa roccia ventosa e isolata, Bruno risponde che lui è felice qui, in questo piccolo paradiso. Bruno parla lentamente, poche parole, poi un lungo silenzio, parole intermittenti come la luce che scaturisce dalle lenti della torre. Lui dice che si diventa così vivendo in un faro, non conosce la fretta.
Bruno ha una famiglia che ama profondamente e che vive nella vicina città di Carloforte. I suoi figli devono andare a scuola e lui vuole che conducano una vita più confortevole di quella che ha condotto lui da bambino, ma lui dice che non si sente solo. Va a trovare la sua famiglia ogni volta che può ed ogni estate la moglie ed i figli lo raggiungono al faro.
Bruno mostra l'antico meccanismo rotante che, prima che l'elettricità raggiungesse il faro nel 1980, doveva essere manovrato a mano ogni quattro ore, ma ora il faro è automatizzato e richiede molto meno lavoro di una volta, eppure Bruno sale la lunga scala ogni giorno e pulisce e lucida ogni cosa nella stanza della lanterna, da dove gode la bellissima vista del mare, delle rocce e della natura.
Improvvisamente si ferma e mostra un volo di falchi, sono i "falchi della regina", ormai rarissimi, che nidificano nelle vicinanze del faro.

Bruno dice che trovarsi nella stanza della lanterna è come passare ogni giorno in cima al mondo. Quando dice questo io posso capire come si sente, perché io mi sento come se avessi scalato non solo i 124 gradini, ma la montagna più alta del mondo.

Trovate questo e gli altri bellissimi racconti di Annamaria nel suo sito ufficiale:
http://www.mareblucamogli.com/

Il racconto è anche pubblicato sul libro "RACCONTI DI FARI E ALTRE STORIE DI MARE", edito dalla Fratelli Frilli di Genova, uscito in libreria a Maggio 2006.

Vincitori: Oscar S., Baballotto, Cedro del Libano
Panorama di Morgongiori - (OR)
Morgongiori è un paese che sorge sul versante meridionale del Monte Arci ad un’altimetria di 351 m. s.l.m e una popolazione di 1000 abitanti circa.Il nome “Morgongiori”, rimanda, nella sua etimologia, alle pareti rocciose che lo circondano fra le quali la bellissima scultura naturale (Testa del guerriero), modellata dal tempo e dagli agenti naturali di “Conca Mraxi”. La presenza umana nel territorio ha origini remote, ciò è testimoniato dai diversi siti archeologici sparsi nel territorio comunale oltre alle diverse officine per l’estrazione e la lavorazione dell’ossidiana, che è un elemento caratteristico del paese.
Il paese nel periodo medioevale apparteneva al giudicato di Arborea, nella curatoria di Parte Montis. Nel 1338 Morgongiori partecipò, rappresentato dal notaio Giuseppe Porcu, alla storica firma della pace tra Eleonora D’arborea e Giovanni IV d’Aragona. Nel 1500 a causa delle invasioni dei Barbari e poi dei Saraceni, Morgongiori, grazie alla sua posizione geografica, fu un luogo di rifugio per le popolazioni che vivevano nelle zone costiere. Con l’evento del feudalesimo passò al Marchesato di Oristano e successivamente fu incorporato nella contea di Quirra, sotto il feudo dei Carroz. Nel 1603 la contea di Quirra venne trasformata in Marchesato e diventò feudo dei Centelles e poi degli Osorio, che governarono fino al riscatto feudale operato dai Savoia, fra gli anni 30’e 40’ dell’800.
Vincitori: Anna S., Paolo C., Dino P., Antonella S., Enzo F., Daniela M.
Chiesa di San Gemiliano - Samassi (VS)
La chiesa medioevale di Santu Milla(n)u rappresenta il più importante monumento locale sia per il suo valore storico che per quello artistico.
L’edificio, di stile romanico, è stato costruito in pietra trachitica di Serrenti; esso fu eretto in luogo di una preesistente chiesetta bizantina del X sec. Di questa conserva ancora, oltre che le pietre con cui fu costruita, alcuni ornamenti architettonici in marmo bianco che, incastonati nella pietra, servivano ad identificare la chiesa come appartenente a quella greca-ortodossa.
La linea della chiesa, sobria ed essenziale, è messa in valore dai graziosi archetti pensili della facciata e delle pareti.
L’interno, che i recenti lavori di consolidamento e restauro hanno riportato alla primitiva sobrietà, è a una sola navata con abside semicircolare particolarmente profonda e presenta capriate lignee e una serie di fregi e decorazioni di stile arabo e gotico, a testimonianza della sua edificazione da parte di maestranze composite.

Maggiori informazioni:
http://www.comune.samassi.ca.it