Penisola del Sinis - Foto di Francesca Adamu ASS. FOR. Onlus
Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre"
E' situata nella costa centro-occidentale della Sardegna, nel tratto di mare prospiciente il Comune di Cabras (OR)
Istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente il 12 Dicembre 1997. La Gestione è affidata al Comune di Cabras. L’area marina protetta, con quasi 300 chilometri quadrati di mare, comprende circa 35 chilometri di costa ricadenti per intero nel territorio di Cabras.
Con la sua estensione, una delle maggiori d’Italia, abbraccia i tratti di mare e della costa più significativi della penisola del Sinis, da Su Siccu, nel golfo di Oristano, alla scogliera nord-occidentale di Su Tingiosu.
La conformazione della costa è a tratti bassa e sabbiosa, a tratti rocciosa, con piccole scogliere o imponenti formazioni a falesia (Su Tingiosu). Nel mare si stagliano due affioramenti ancora incontaminati:
- la granitica Mal di Ventre, il cui nome è deformazione settecentesca del dialettale “malu bentu” = cattivo vento, frequentata da conigli ed uccelli migratori (gabbiano corso, gabbiano reale, cormorano, berta maggiore e minore);
- lo scoglio basaltico del Catalano, lungo 250 m e alto 12 m, che in passato ospitava una colonia di foche monache (testimo nianza del La Marmora, XIX secolo).
L’ambiente subacqueo che contraddistingue quest’area protetta, una delle più estese d’Italia, è alquanto vario. Esso è costituito da fondali sabbiosi e coralligeni ricoperti da praterie di Posidonia oceanica a seconda delle situazioni (prevalentemente su substrati sciolti), da falesie basaltiche subacquee (i basalti colonnari del Catalano), da grandi blocchi granitici (a Mal di Ventre) che presentano anfratti e/o piccole grotte che ospitano organismi bentonici, pesci di ogni tipo, molluschi e crostacei. Il fondo è un’esplosione di colori, con coralli, madrepore, spugne, spirografi, mentre in superficie molto spesso compaiono delfini e tartarughe marine. Ma il Sinis di Cabras, a ridosso del mare verso l’entroterra, vanta un ecosistema umido di eccezionale interesse, che per vastità in Italia è secondo solo al Delta padano e all’Estuario veneto.
Il comparto delle zone umide è costituito da una miriade di corpi idrici dalle differenti caratteristiche:
- stagni temporanei (per tipologia simili al Sal ’e Porcus ma meno estesi, all’intorno dei corpi idrici maggiori),
- stagni perenni (Cabras), stagni retrodunali, lagune e acquitrini,
- la laguna di Mistras che ospita stormi di fenicotteri composti da migliaia di individui, mentre in tutti gli stagni del sistema nidificano specie rare quali il fistione turco, il gabbiano roseo e l’airone guarda- buoi.
Durante l’inverno migliaia di uccelli scelgono questi siti per lo svernamento. La rilevanza ornitologica dell’ecosistema è tale che tutti questi stagni e lagune, la cui estensione e di quasi 3000 ettari (il 50% di quelli presenti nella provincia di Oristano ed il 25% della Sardegna), sono assoggettati alla “Convenzione sulle Zone Umide di importanza internazionale” firmata a Ramsar nel 1971. Ma non solo, il valore di queste Zone Umide è anche avvalorato dalla loro inclusione nell’elenco dei Siti d’Interesse Comunitario (SIC) ai sensi della Direttiva Comunitaria Habitat (92/43) con ciò a significare il loro valore Internazionale. La zona comprende anche il Parco comunale di Seu che confina, affacciandosi, sull’area marina protetta.
Seu è un biotopo costiero caratterizzato da una formazione rocciosa calcarea tipica ed esclusiva. La sua fisionomia è quella della macchia mediterranea dove prevalgono la palma nana, il lentisco, il rosmarino insieme a diverse specie di orchidea selvatica, all’iris, alle speronelle e ad altri rari endemismi sardi.
Sono paesaggi che definiscono micro-habitat ideali per numerose specie di uccelli (soprattutto pernici, gheppi e falchi pellegrini), di mammiferi e di rettili tra i quali primeggiano le tartarughe della specie marginata.