agaricus phaelolepidotus SPECIE: phaeolepidotus (Moller) Moller
ETIMOLOGIA:Secondo R.Brotzu in: "Guida ai funghi della Sardegna", phaeolepidotus deriva dalla combinazione di tre parole greche: faios = scuro, lepìs,lepìdos = squama, otòs = orecchio, cioè con il capo (orecchio) coperto di squame scure
COMMESTIBILITA': non commestibile. Può risultare tossico.
SINONIMI: Psalliota phaeolepidota Moller
CARNE: Bianca, al taglio, resta pressoché immutabile. Soltanto nel cappello, all'inserzione con il gambo e alla base di quest'ultimo assume tonalità carnicine. Odore nullo, se sfregata con le dita, può avvertirsi un leggero sentore sgradevole. La base bulbosa del gambo vira, talvolta, ad un leggero colore giallino.
SPORATA: Bruna
HABITAT: Boschi di leccio.
GAMBO:
Alto fino a 9,5 cm. Bianco, nudo, sericeo, rosa carnicino alla sommità. Con cavità di circa 5 mm. Presenta una bulbosità alla base. Anello supero (supero: si asporta dal basso verso l'alto).
CAPPELLO:
Ampio fino a 10,5 cm. Emisferico, regolare. Colore bruno dato da numerosissime squame di uguale colore disposte su tutta la superficie. Al centro, si nota un disco liscio, concolore, uniforme.
NOTIZIE GENERALI:
E' un fungo che può mettere in difficoltà per la determinazione perché i suoi caratteri di appartenenza al gruppo degli xanthodermatei (i funghi che ingialliscono al tocco e hanno odore sgradevole di fenolo) non sono così pronunciati e di facile individuazione. E' necessario pertanto prestare molta attenzione nell'esaminarne tutte le caratteristiche, confrontandole con le descrizioni, più che con le immagini, riportate sui libri, possibilmente quelli di carattere monografico, più complete ed esaurienti.